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LA PIETRA_VIAGGIO IN SARDEGNA

“Per i sardi la pietra è il principale luogo simbolico della memoria, dato che sono principalmente in pietra i segni più evidenti di una storia antichissima che non ne ha lasciati visibili molti altri”(pagina 19)

Anche arrivando in volo è impossibile non notare, oltre alla scarsissima densità urbana, una caratteristica presenza rocciosa: l' irregolare impianto di muretti a secco che imbriglia parte della Sardegna come una rete dalle maglie sgranate. A differenza delle campagne di altre regioni, che presentano appezzamenti regolari di dimensioni anche notevoli, questi terreni recintati a pietre sono in genere piccolissimi  e non hanno confini squadrati. Si tratta del frutto della brusca introduzione in Sardegna del concetto di proprietà privata della terra, che fino al 1820 era estraneo alla cultura dell’isola. Prima di allora, infatti, la gestione del terreno era regolata in maniera collettiva dalle norme stabilite nella "Carta de Logu" promulgata nel quattrocento dal giudice Eleonora d’Arborea. In base a queste norme ogni villaggio aveva un proprio territorio (fundamentu), suddiviso in due parti entrambe di proprietà della collettività. Questa legge venne abbandonata a partire dal 1820 sotto il governo sabaudo con la legge delle "chiudende": questa legge decretava che era sufficiente delimitare in qualche modo un pezzo di terra per diventarne proprietari. Questo generò una folle corsa al muretto.


Altre costruzioni in pietra sono i Nuraghi, sicuramente la più diffusa caratteristica del paesaggio sardo. Sono unici nel loro genere e rappresentativi della civiltà nuragica. Ne rimangono in piedi circa settemila e sono stati costruiti tra il 1800 e il 1100 a.C. Quanto alla loro funzione, alcuni studiosi ritengono che essi siano stati costruiti per motivi bellici e difensivi riconoscendo la loro progressiva trasformazione in fortezze e torri di scrutamento del mare.

Alcuni sono più complessi ed articolati, veri e propri castelli nuragici con il mastio che, in certi casi, raggiungeva un'altezza tra i venticinque e i trenta metri; ma la maggior parte sono torri ristrette verso l'alto, un tempo alte dai dieci ai venti metri.

I complessi nuragici più importanti sono quelli della reggia di Barumini, portato alla luce nel Medio Campidano nella regione della Marmilia e quello del Losa in provincia di Oristano. Suggeriamo di visitarlo in inverno al mattino presto, quando la piana di Abbasanta è ancora velata di Bruma e il nuraghe si erge maestoso sull’erba bagnata.


Oltre ai nuraghi sono presenti anche altri ritrovamenti megalitici: i menhir, disseminati in tutta l'isola. La più alta concentrazione di menhir in Sardegna si trova nel parco archeologico di Pranu Muteddu in provincia di Cagliari. Questi menhir possiedono segni identificativi sessuali: quelli femminili hanno forme concave o convesse e in qualche caso presentano le forme del seno, mentre quelli maschili sono levigati e alludono all'organo genitale stilizzato.

 

Ultimo aggiornamento: 20-08-2019

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